Sicuro di non avere alcuna dipendenza?
Sei sul divano, una mano sul telefono, una sul telecomando, scrolli, fai swipe up, passi l'intera serata a guardare i cataloghi dei vari canali di tv onine, senza concludere niente, passando dal cellulare allo schermo di casa, inutilmente.
Riempi le conversazioni familiari o con il partner di video da mostrare dai social.
Esci con gli amici reali e passi il tuo tempo a controllare le notifiche.
Ma sai cosa ti stai facendo?
Praticamente i tuoi recettori di dopamina stanno friggendo. Stai bombardando il tuo sistema nervoso e la tua mente, li stai sovrastimolando.
E questo è il motivo per cui non sai più concentrarti, non dormi bene, hai perso motivazione, fai fatica a restare presente nelle situazioni reali e sociali.
Gli esseri umani non nascono per essere esposti all'enorme quantita di stimolazione che il mondo moderno offre e finiscono per soccombere.
“Nomofobia”: il termine tecnico che si usa per indicare la dipendenza da cellulare, la paura di restare sconnessi dal “mondo”, o meglio quella che gli inglesi definiscono la Fear Of Missing Out, cioè la fobia di essere tagliati fuori.
Questo tipo di patologia fa leva sul funzionamento delle applicazioni: a causa delle notifiche che vengono ricevute in continuazione sul dispositivo mobile, gli utenti sono sempre e costantemente connessi, coinvolti in attività che tendono a saturare ogni attenzione distraendo da tutto quanto c’è intorno.
La notifica, per sua costituzione, è un richiamo, un avviso che richiede attenzione rispetto a qualsiasi cosa l’utente stia facendo: induce all’obbligo di rispondere, di controllare la novità, spingendo alla verifica e all’interazione ossessiva.
La dipendenza da smartphone è una condizione che si manifesta come tante altre: spesso accostata a quella derivante da fumo e alcol, la dipendenza da cellulare invoglia il soggetto ad avere continuo bisogno di interagire con le principali applicazioni social installate sul telefono.
Anche l’uso dei social media è una fonte di gratificazioni, sperimentate attraverso apprezzamenti in veste di “like” o commenti a ciò che viene pubblicato online.
Una sensazione di piacere, quella derivata dalle interazioni virtuali, paragonabile a quella derivata dall’assunzione di cibi o dall’avere successo, che attiva un meccanismo simile a quello della dipendenza dagli oppiacei.
Quando si pensa a dipendenza, facile associarla a eroina, cocaina, alcol, tabacco persino.
E magari siamo dipendenti da ciò che ci portiamo in tasca.
Non aspettare, chiedi aiuto.
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