Open Day Comunità Terapeutica “Poggiolino” di Cecina di Larciano – progetto Ceis “Comunità Aperte”

Il Ceis di Pistoia, con partner Fondazione Sant'Atto ha il piacere di invitarvi ad una giornata di presentazione della Comunità Terapeutica "Poggiolino" di Cecina di Larciano, come da locandina allegata. L'open Day rientra nell'ambito del progetto Ceis "Comunità Aperte" finanziato dal bando FAR.COM 2024. L'evento si propone di far conoscere gli scopi e l'attività della Comunità di recupero alle Istituzioni ed ai servizi presenti nel proprio territorio, in modo da aprirsi ad un proficuo intercambio di esperienze e collaborazioni che offrano agli ospiti nuove opportunità di crescita e di futuro inserimento nella vita attiva.

Il progetto si avvale del patrocinio dell'Amministrazione Comunale di Larciano.

La rabbia degli innocenti e il bullismo di strada. Una prospettiva evolutiva.

La rabbia degli innocenti e il bullismo di strada. Una prospettiva evolutiva.
Giovedì 29 Febbraio ore 18.00 presso Villa Lorenzi Via P. Grocco, 31 - 50139 Firenze

Dott. Mauro Di Lorenzo - Psicologo­Psicoterapeuta
Direttore della scuola di specializzazione in Psicoterapia Psicoanalitica
dell'Adolescente e del Giovane Adulto del Minotauro

 

𝗔 𝗖𝗔𝗣𝗢𝗗𝗔𝗡𝗡𝗢 𝗡𝗢𝗡 𝗩𝗢𝗚𝗟𝗜𝗢 𝗙𝗔𝗥𝗘 𝗡𝗨𝗟𝗟𝗔 𝗠𝗔 𝗛𝗢 𝗟𝗔 𝗙𝗢𝗠𝗢 (Fear Of Missing Out)

Tecnodipendenza ancora non riconosciuta nel manuale delle malattie psichiatriche, la FOMO esiste eccome. È la paura di essere tagliati fuori, di essere giudicati se non partecipiamo.
Siamo costantemente connessi e pensiamo, causa anche le nostre abitudini sui social di vedere troppo nelle (sempre) dorate vite degli altri e ci sembra che loro vivano esperienze più appaganti di noi.
Nel frattempo l'ansia di non perdersi niente consuma il nostro tempo e il nostro continuo sforzo per esserci causa stress, difficoltà relazionali e dipendenza.
Se soffri la FOMO, o vuoi aiutare qualcuno che ne soffre, in Toscana c'è un numero verde gratuito e anonimo, che si può chiamare:
𝟖𝟎𝟎 𝟑𝟗 𝟒𝟎 𝟖𝟖
𝗱𝗮𝗹 𝗹𝘂𝗻𝗲𝗱𝗶̀ 𝗮𝗹 𝘃𝗲𝗻𝗲𝗿𝗱𝗶̀
𝗱𝗮𝗹𝗹𝗲 𝟵 𝗮𝗹𝗹𝗲 𝟭𝟯
𝗱𝗮𝗹𝗹𝗲 𝟭𝟰 𝗮𝗹𝗹𝗲 𝟭𝟴
risponde un team di persone qualificate e pronte a ogni domanda.
Condividi questo articolo, magari la persona per cui è più utile questo messaggio, è proprio tra i tuoi contatti.
Se ti sembra di riconoscerti, o riconosci questo comportamento in un tuo amico o familiare, chiamaci.

800.39.40.88
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“𝐀 𝐍𝐀𝐓𝐀𝐋𝐄 𝐏𝐔𝐎𝐈”: 𝐌𝐀 𝐍𝐎𝐍 𝐄̀’ 𝐍𝐀𝐓𝐀𝐋𝐄 𝐏𝐄𝐑 𝐓𝐔𝐓𝐓𝐈 𝐀𝐋𝐋𝐎 𝐒𝐓𝐄𝐒𝐒𝐎 𝐌𝐎𝐃𝐎, 𝐍𝐄𝐋𝐋𝐄 𝐅𝐀𝐌𝐈𝐆𝐋𝐈𝐄 𝐃𝐈 𝐒𝐎𝐆𝐆𝐄𝐓𝐓𝐈 𝐂𝐎𝐍 𝐃𝐈𝐏𝐄𝐍𝐃𝐄𝐍𝐙𝐄

Natale è arrivato, con le sue tavolate infinite, con i suoi sorrisi di circostanza, con i parenti che non vedi da almeno lo scorso Natale e alle cui domande non vuoi rispondere, con tutto quell'alcol in tavola che non aiuta chi ha problemi di alcolismo né chi ha altre dipendenze da sostanze, essendo l'alcol il detonatore di ogni inibizione.
Come affrontare questa giornata difficile, spesso più difficile di ogni altra sia per il dipendente sia per il suo caregiver?
Le festività natalizie per queste due tipologie di persone non sono quasi mai un momento dell’anno gioioso, ma una stagione piena di solitudine, ansia, insicurezza e aspettative irraggiungibili.
Per la famiglia e gli amici, può essere un tempo segnato da ansia, frustrazione, anche rabbia e l’incertezza di come agire con il parente in dipendenza. Peggio di tutto, le vacanze possono essere una causa di ricaduta.
Per evitare qualsiasi imbarazzo, occorre tenere una conversazione diretta prima delle celebrazioni del periodo vacanziero. Da concludere chiedendo se c’è qualcosa che si può fare per far sentire famiglia e soggetto dipendente a proprio agio. Ribadendo che le famiglie non possono curare la dipendenza e non possono controllarla, ma ci si può e deve venire incontro.
Alcuni consigli di massima, per tentare di gestire le cose al meglio, possono essere:
1. Vivere nel presente
Spesso il senso di inadeguatezza nel rivedere persone di un passato che non esiste più, quello del cugino con cui si facevano le pedalate in campagna o con lo zio che ti allungava i soldi per la bevuta la sera (e di colpo ha smesso perché ha capito la situazione), finisce con l'opprimere e schiacciare anche chi sta tentando di uscirne fuori. Restare focalizzati su dove si sta andando, non su quante persone si sono deluse o quanti traguardi sono mancati. Vivere nel presente, ogni volta che si risponde a qualcuno. Che si tratti del soggetto dipendente quanto delle persone che se ne prendono cura, è importante guardare all'oggi.
2. Tenere lontano l'alcol
Il brindisi, la bottiglia messa via per le grandi occasioni, tutte quelle tentazioni alcoliche che si nascondo nelle feste, sono da evitare ed è diritto del dipendente esserne risparmiato. La famiglia farà attenzione, il soggetto dipendente si conterrà nel chiedere, insistere o esigere ciò che non gli fa bene. Ricordarsi: l'alcol è deleterio non solo per gli alcolisti, ma a più livelli per tutte le dipendenze e in generale per la salute.
3. Trovare nuovi modi per festeggiare
Creare nuovi simboli e rituali per se stessi, la famiglia e gli amici che aiutino a ridefinire una stagione di festa gioiosa e che celebrino il recupero dalla dipendenza. Occorre evitare l’isolamento e trascorrere del tempo con le persone davvero amate che sono di supporto. Non esporsi a stress o tentazioni inutili.
Trascorso questo periodo, se ancora il dipendente non è in cura, non ha iniziato un percorso o banalmente se la famiglia ancora ha difficoltà a contenere la situazione, per la Toscana c'è un numero verde gratuito e anonimo, che si può chiamare:
𝟖𝟎𝟎 𝟑𝟗 𝟒𝟎 𝟖𝟖
𝗱𝗮𝗹 𝗹𝘂𝗻𝗲𝗱𝗶̀ 𝗮𝗹 𝘃𝗲𝗻𝗲𝗿𝗱𝗶̀
𝗱𝗮𝗹𝗹𝗲 𝟵 𝗮𝗹𝗹𝗲 𝟭𝟯
𝗱𝗮𝗹𝗹𝗲 𝟭𝟰 𝗮𝗹𝗹𝗲 𝟭𝟴
risponde un team di persone qualificate e pronte a ogni domanda.
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Se ti sembra di riconoscerti, o riconosci questo comportamento in un tuo amico o familiare, chiamaci.

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𝐓𝐇𝐀𝐈𝐋𝐀𝐍𝐃𝐈𝐀: 𝐈𝐋 𝐓𝐄𝐌𝐏𝐈𝐎 𝐁𝐔𝐃𝐃𝐈𝐒𝐓𝐀 𝐒𝐄𝐍𝐙𝐀 𝐌𝐎𝐍𝐀𝐂𝐈 𝐏𝐄𝐑𝐂𝐇𝐄́ 𝐓𝐎𝐒𝐒𝐈𝐂𝐎𝐃𝐈𝐏𝐄𝐍𝐃𝐄𝐍𝐓𝐈

Sembra un racconto ironico ma è solo una triste realtà di questi ultimi anni, nei quali in Thailandia il consumo di metanfetamina è diventato particolarmente problematico.

Arrivano nel Paese principalmente dal Laos, seconda tappa del viaggio delle metanfetamine, prodotte in Birmania. Il prezzo di strada di una dose è di circa 50 centesimi di euro.

Il piccolo tempio buddista della provincia settentrionale del Phetchabun, è rimasto senza monaci in seguito a un test antidroga che li ha trovati tutti positivi.

Nessuno escluso, tutti e quattro compreso l’abate, sono risultati positivi alla metanfetamina lunedì e per questo sono stati rimossi dal tempio e mandati in una clinica di recupero dalla polizia locale.

Sempre a causa dell’enorme diffusione dello stupefacente, la scorsa settimana, un ex ufficiale di polizia – spogliato del suo ruolo proprio causa del possesso di metanfetamina – ha ucciso 37 persone in una sparatoria in un asilo.

L'uso e l'abuso delle sostanze possono stravolgere la vita di chi ne dipende e quella di chi gli sta attorno.

Se vuoi aiutare un amico o un familiare a uscire da una situazione difficile, in Toscana c'è un numero verde che può offrirti una prima assistenza per capire come intervenire e che percorso prendere.

𝟖𝟎𝟎 𝟑𝟗 𝟒𝟎 𝟖𝟖
𝗱𝗮𝗹 𝗹𝘂𝗻𝗲𝗱𝗶̀ 𝗮𝗹 𝘃𝗲𝗻𝗲𝗿𝗱𝗶̀
𝗱𝗮𝗹𝗹𝗲 𝟵 𝗮𝗹𝗹𝗲 𝟭𝟯
𝗱𝗮𝗹𝗹𝗲 𝟭𝟰 𝗮𝗹𝗹𝗲 𝟭𝟴

ti risponderà un team di persone qualificate e pronte a ogni domanda.

Il servizio è anonimo e gratuito.

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C.E.A.R.T contro la violenza sulle donne

A causa delle nuove politiche di Facebook, in realtà introdotte già a gennaio, la pubblicazione su questa pagina sta subendo ritardi e censure, così come le nostre campagne pubblicitarie, che sono state toccate dalla nuova policy che considera tutti gli argomenti che trattiamo come non adeguati a essere discussi su questo social.

Mentre ci stiamo organizzando per capire come continuare a parlarvi senza metafore incomprensibili del tema delle dipendenze, abbiamo raggiunto una data importante e no, non parliamo del Black Friday.

Il 25 novembre ricorre la #GiornataControLaViolenzaSulleDonne e se è vero che il nostro numero verde è dedicato a un tema differente, è vero che il numero di donne uccise o abusate da soggetti in piena dipendenza da sostanze, che si tratti di alcol o di cocaina, è molto alto.

Per cui anziché lanciare appelli generici, oggi vogliamo rivolgerci a ciascuno di voi.

Se conoscete una donna costretta a vivere una situazione difficile a causa della dipendenza di una persona a lei cara, si tratti del padre, della madre, del figlio o del fidanzato, non giratevi dall'altra parte.

Parlatele apertamente e spingetela a rivolgersi a noi, che siamo la prima linea del soccorso in questo caso. Qui in Toscana c'è un numero verde da chiamare ogni volta che serve, anonimo e gratuito:

𝟖𝟎𝟎 𝟑𝟗 𝟒𝟎 𝟖𝟖
𝗱𝗮𝗹 𝗹𝘂𝗻𝗲𝗱𝗶̀ 𝗮𝗹 𝘃𝗲𝗻𝗲𝗿𝗱𝗶̀
𝗱𝗮𝗹𝗹𝗲 𝟵 𝗮𝗹𝗹𝗲 𝟭𝟯
𝗱𝗮𝗹𝗹𝗲 𝟭𝟰 𝗮𝗹𝗹𝗲 𝟭𝟴

Le risponderà un team di persone in grado di offrirle da subito un primo supporto e capire come aiutarla a uscire da una situazione che oltre a sembrarle più grande di lei (come in effetti è), può in alcuni casi diventare pericolosa per la sua vita.

Condividi questo post e aumenta le possibilità di una donna di chiedere aiuto, per chi le vive vicino ma anzitutto a tutela della propria incolumità

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Il Captagon e le altre droghe usate in guerra per togliere la paura

Il Captagon e le altre droghe usate in guerra per togliere la paura
C'è un motore invisibile che toglie ai terroristi dell'Isis anche l'ultimo scampolo di umanità risparmiato da fanatismi e ideologie: si chiama Captagon e molto spesso scorre nelle loro vene al momento in cui compiono una strage.
La "droga della Jihad" come è stata soprannominata, è un cloridrato di fenetillina, un composto di anfetamina e altre sostanze stimolanti da decenni diffuso nei Paesi del Golfo, e ora diffusosi in modo capillare tra chi combatte la "Guerra Santa".
Effetti: Perdita di giudizio, resistenza alla fatica, euforia e abbandono di ogni inibizione sono tra gli effetti delle pasticche, vendute dai 5 ai 20 dollari a dose. Chi le assume può non mangiare o dormire per giorni, ed è pervaso da un senso di onnipotenza che fa sentire invincibili. Siringhe con tracce di Captagon - si può anche iniettare - sono state trovate nella casa di uno degli attentatori di Parigi e la stessa droga era nel sangue di uno dei terroristi di Sousse, Tunisia.
Ma quella tra guerre e droghe è un'associazione ricorsa più volte negli anni bui dell'ultimo secolo.
Piccola storia delle sostanze negli eserciti: anfetamine fecero largo uso, per esempio, i soldati di Hitler. Quando il 14 maggio 1940, dopo solo 4 giorni, le truppe dell'armata nazista conquistarono l'Olanda, fu determinante la loro capacità di combattere senza sosta, giorno e notte, senza dormire. Secondo quanto sostenuto da Norman Ohler nel recente saggio Der totale Rausch ("La totale euforia"), questa resistenza sarebbe stata garantita da Pervitin, un "farmaco militarmente prezioso" usato regolarmente anche dal generale Rommel e dallo stesso Hitler.
La pillola dopante era stata sviluppata nel 1937 dal medico Fritz Hauschild, rimasto colpito dagli straordinari effetti delle benzedrine sugli atleti americani che avevano partecipato alle Olimpiadi di Berlino nel 1936. All'inizio della Seconda Guerra Mondiale veniva distribuita ai soldati dai medici militari.
E oggi? Nel conflitto Russia Ucraina ad esempio? Mentre i russi accusano gli ucraini di essere riforniti di sostanze dagli americani, il docente dell’Università Jagellonica di Cracovia si esprime così:
«Personalmente rimarrei estremamente sorpreso se scoprissi che gli ucraini non stiano usando sostanze per cercare di aumentare le proprie performance, per combattere la stanchezza e rimanere svegli durante le continue operazioni militari, come per sopprimere il dolore e la fame o anche solo semplicemente per sopravvivere in dure condizioni d’assedio, come avvenuto a Mariupol»
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Vino, cocaina, oppio e Pervitin. Salvate il soldato tossicomane -  ilGiornale.it