RICOVERATO A TREDICI ANNI PER AVER BEVUTO TROPPO

Tredici anni sono l'età giusta per giocare a calcio, dare i primi baci e uscire con gli amici.
Che la soglia del consumo di alcol smodato si sia abbassata a questa età fa temere il peggio per le nuove generazioni. Come si presume anche in questo caso, probabilmente gli alcolici sono stati assunti in combinazione con altre sostanze stupefacenti.
Se questi dati ti spaventano, se hai paura che qualcuno attorno a te, tuo figlio, un amico, tu stesso, abbia una dipendenza da alcol, non è mai troppo tardi per intervenire: chiamaci
800 39 40 88
dal lunedì al venerdì
9/13 e 14/18
risponderanno persone qualificate e pronte ad offrirti un primo supporto
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Se ti sembra di riconoscerti, o riconosci questo comportamento in un tuo amico o familiare, chiamaci.

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Giornata mondiale della consapevolezza sull’overdose

Oggi 31 Agosto è la giornata mondiale della consapevolezza sull'overdose.

Che significa?

L'obiettivo di questa giornata è la sensibilizzazione dell'opinione pubblica sul tema della prevenzione dell'overdose e dal 2001, anno della sua istituzione, in tutti i paesi del mondo si fa informazione su come evitare questo fenomeno e contenerlo praticamente, nel momento in cui accade.

COS`È, L'OVERDOSE?

Come dice la parola stessa, è la conseguenza dell'assunzione eccessiva di una o più sostanze stupefacenti.

Il sovradosaggio arriva quando la quantità assunta supera il livello di tossicità per il corpo: le sue funzioni vitali sono compromesse dall'eccesso di sostanza e il rischio concreto è la morte.

COME SI RICONOSCE FISICAMENTE L'OVERDOSE?

La persona in overdose non è cosciente, ha labbra blu, pupille a spillo (da verificare aprendo forzatamente la palpebra), ha difficoltà respiratorie, labbra bluastre e non risponde ad alcuno stimolo

SI PUÒ FARE QUALCOSA DAVANTI A UNA PERSONA IN OVERDOSE?

Chiamare tempestivamente i soccorsi, non perdere il controllo e restare lucidi per quanto possibile in modo da aiutare i soccorritori al momento dell'intervento.

Esistono farmaci salvavita unicamente per la categoria degli oppioidi e la loro somministrazione sarà decisa dai soccorritori, una volta stabilito di fronte a quale overdose ci si trovi.

COME PREVENIRE?

Una dipendenza non è un interruttore che spegni e accendi, prevede volontà del singolo e ogni aiuto possibile dal contorno.

Se hai bisogno di una mano, se temi per tuo figlio, il tuo fidanzato, tua sorella, tua madre, chiamaci.

𝐈𝐥 𝐧𝐨𝐬𝐭𝐫𝐨 𝐧𝐮𝐦𝐞𝐫𝐨 𝐯𝐞𝐫𝐝𝐞
𝟖𝟎𝟎 𝟑𝟗 𝟒𝟎 𝟖𝟖
𝐫𝐢𝐬𝐩𝐨𝐧𝐝𝐞 𝐝𝐚𝐥 𝐥𝐮𝐧𝐞𝐝ì 𝐚𝐥 𝐯𝐞𝐧𝐞𝐫𝐝ì
𝐝𝐚𝐥𝐥𝐞 𝟗 𝐚𝐥𝐥𝐞 𝟏𝟑
𝐝𝐚𝐥𝐥𝐞 𝟏𝟒 𝐚𝐥𝐥𝐞 𝟏𝟖

𝐢𝐥 𝐬𝐞𝐫𝐯𝐢𝐳𝐢𝐨 è 𝐚𝐧𝐨𝐧𝐢𝐦𝐨 𝐞 𝐠𝐫𝐚𝐭𝐮𝐢𝐭𝐨

Non perdere altro tempo, rivolgiti a chi può offrirti un immediato supporto e darti indicazioni sul da farsi, non esiste nessuna situazione tanto difficile da non poter essere affrontata da persone qualificate, specializzate in dipendenze.

Se ti sembra di riconoscerti, o riconosci questo comportamento in un tuo amico o familiare, chiamaci.

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𝗔 𝗥𝗜𝗦𝗖𝗛𝗜𝗢 𝗟𝗔 𝗦𝗔𝗟𝗨𝗧𝗘 𝗗𝗘𝗜 𝗚𝗜𝗢𝗩𝗔𝗡𝗜 𝗚𝗜𝗔𝗣𝗣𝗢𝗡𝗘𝗦𝗜 𝗣𝗨𝗥 𝗗𝗜 𝗦𝗔𝗡𝗔𝗥𝗘 𝗜 𝗖𝗢𝗡𝗧𝗜 𝗗𝗘𝗟𝗟𝗢 𝗦𝗧𝗔𝗧𝗢

Sì, hai letto bene.

In Giappone, il governo promuove l'alcol tra i giovani per garantire incremento del volume d'affari dell'Agenzia delle Entrate.

Infatti, nel 2020 in media i giapponesi avevano bevuto 75 litri di bevande alcoliche a testa, contro i 100 litri consumati nel 1995. Stando ai dati dell’Agenzia, nel 2020 le imposte sull’alcol avevano contribuito per l’1,7 per cento delle entrate fiscali annuali: un terzo rispetto al 1980. Le vendite di birra nell’anno fiscale 2020, che si è concluso nel marzo 2021, sono calate del 20 per cento rispetto all’anno fiscale precedente.

Certo la pandemia ha ridotto le occasioni di incontro collettive, l'immigrazione è diminuita e la natalità è scesa: tutto questo assieme a una maggiore coscienza su quale dovrebbe essere un corretto stile di vita, ha portato i giapponesi a diminuire il loro consumo di alcol.

Così le tasse che gravano sul bere sono state un mancato introito per le casse dello Stato. Che adesso corre ai ripari, addirittura promuovendo un concorso.

Il concorso è stato presentato dall’Agenzia delle entrate giapponese e si chiama “Sake Viva!”. È rivolto alle persone tra i 20 e i 39 anni e chiede loro di proporre progetti, iniziative promozionali e strategie innovative per incentivare tra i coetanei il consumo di alcolici (sakè) sia nei locali pubblici che in casa: non solo nihonshu, il vino di riso che noi chiamiamo sakè, ma per esempio anche birra, vino, whisky e shochu, un tipico distillato.

Inutile dire che come ente che si occupa di dipendenze e prevenzione delle stesse, questo post vuole rimarcare quanto siamo in disaccordo con una simile misura.

È come se lo Stato Italiano decidesse di promuovere il fumo per incentivare la vendita di sigarette e sanare così i propri bilanci. Senza contare che le conseguenze sanitarie di un simile scempio ricadrebbero direttamente nei costi del Servizio Sanitario Nazionale per curarsi.

Tra le sostanze legali che portano dipendenza, l'alcol è quella che ancora oggi causa un maggior numero di morti. Speriamo in una collettiva disapprovazione da parte della comunità internazionale verso l'iniziativa giapponese, che rimpingua le casse col prezzo più alto: la salute dei suoi giovani.

Se ti sembra di riconoscerti, o riconosci questo comportamento in un tuo amico o familiare, chiamaci.

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𝐋𝐀 𝐏𝐑𝐎𝐁𝐀𝐁𝐈𝐋𝐈𝐓À 𝐃𝐈 𝐅𝐀𝐑𝐄 𝟔 𝐀𝐋 𝐒𝐔𝐏𝐄𝐑𝐄𝐍𝐀𝐋𝐎𝐓𝐓𝐎 È 𝟏𝟑 𝐕𝐎𝐋𝐓𝐄 𝐈𝐍𝐅𝐄𝐑𝐈𝐎𝐑𝐄 𝐀𝐋𝐋𝐀 𝐏𝐎𝐒𝐒𝐈𝐁𝐈𝐋𝐈𝐓À 𝐃𝐈 𝐄𝐒𝐒𝐄𝐑𝐄 𝐂𝐎𝐋𝐏𝐈𝐓𝐎 𝐃𝐀 𝐔𝐍 𝐅𝐔𝐋𝐌𝐈𝐍𝐄

“Se si vuole giocare un paio di colonne del Superenalotto per divertimento, non c'è nulla di male: basta sapere ciò che si fa e rendersi conto che le probabilità di fare 6 sono 13 volte inferiori a quella di essere colpito da un fulmine" spiega il matematico e divulgatore Maurizio Codogno, autore di "Matematica in pausa caffè" (Codice).
Quanto è probabile (o improbabile) il 6 al Superenalotto?
"Giocando una colonnina, la probabilità di azzeccare il 6 in una singola estrazione è di 1 su 622.614.630. Supponiamo di giocare una colonna ad ogni estrazione: quindi 156 colonne in un anno (52 settimane x 3 estrazioni settimanali). Bene, la probabilità che in questo modo io in un anno faccia un "6" è di circa 1 su 4 milioni: la probabilità che un asteroide di grandi dimensioni colpisca la Terra, sempre in un anno, è il doppio, e la probabilità che io in un anno venga colpito da un fulmine è ben 13 volte superiore".
Da matematico: secondo lei perché, nonostante il bottino pieno sia così improbabile, tanti non riescono a resistere alla tentazione del Superenalotto?
"Perché la matematica conta, sì, ma soprattutto dal punto di vista di chi ha progettato il gioco! Queste lotterie offrono una combinazione molto tentatrice tra la possibilità remotissima di vincere un premio enorme e delle probabilità non bassissime di vincere qualcosa. Nell'esempio di prima: giocando sempre una colonnina, in un anno ci si può aspettare più o meno una decina di piccolissime vincite, magari tutti 2, e quindi non più di 5 euro ciascuna. Ma comunque vincite. Da questo punto di vista, i Gratta e Vinci sono perfino peggio".
Perché?
"Se la probabilità di avere una vincita piccola è abbastanza grande, come capita nel Gratta e Vinci, dove è facile vincere esattamente la stessa somma che si è giocata, si è invogliati a rigiocare. Quindi quello che fanno le persone che studiano questi giochi è complesso, perché bisogna al tempo stesso dare una speranza di guadagnare tanto (e in questo il Superenalotto è il massimo) però bisogna anche dare una possibilità relativamente alta di una vincita molto piccola per invogliarti a continuare a giocare. Sul Superenalotto questa dinamica è meno importante che nel Gratta e Vinci, ma comunque le probabilità di avere un qualsiasi premio sono 1 su 20, perché si vince anche con un "2". E quindi ti viene l'idea, dopo una di queste vincite, che magari sia iniziata la tua "striscia fortunata" (ma si tratta di un'idea illusoria, che non ha fondamento matematico o probabilistico)".
Ecco, ci faccia capire quali altri errori fa chi gioca ma non è particolarmente addentro alla matematica.
"Beh, ad esempio il concetto di numeri "vicini" tra loro. Se nella sestina che ho giocato c'è 30, 40, 50 e nella sestina estratta ci sono 30, 40, 49, io potrei pensare "Accidenti, ci sono andato vicino!". Perché considero 49 e 50 come numeri vicini. In realtà dal punto di vista dell'estrazione 49 e 50 sono solo e soltanto numeri "diversi". La loro vicinanza (sempre dal punto di vista dell'estrazione) è solo una mia illusione. Perché mi rifaccio a una "struttura" dei numeri che ho io nella mia testa, ma che non corrisponde alla realtà matematica. Però questa idea di "esserci andato vicino" mi può spingere a rigiocare".
E i numeri ritardatari? Oltre che - come da lunga tradizione - al Lotto, c'è anche chi ne tiene conto nel decidere le sue giocate per il Superenalotto.
"Da un punto di vista matematico, tutto il passato di un'estrazione è come se non fosse mai esistito. Bisognerebbe comportarsi, da un punto di vista razionale, come se ogni volta si avesse di fronte una tabula rasa".
C'è chi segue da anni la strategia di giocare la stessa schedina, pensando che così avrà più probabilità di vincita, perché - è il ragionamento di queste persone - "prima o poi uscirà". È un ragionamento fondato?
"No, perché è l'equivalente dello sperare nei numeri ritardatari. Non c'è nessuna differenza rispetto allo giocare schedine ogni volta diverse. Però questo meccanismo si rinforza, una volta consolidato, perché se gioco sempre la stessa schedina poi potrei provare angoscia pensando che, se per un'estrazione mi astenessi dal giocare o giocassi una schedina diversa, magari potrebbe essere proprio quella la volta in cui la mia schedina abituale vince un premio. E così il rammarico sarebbe doppio".
Ma tutto sommato, un paio di euro non è un prezzo accettabile per un sogno, per quanto pressoché irrealizzabile?
"Matematicamente parlando si dice che la speranza di vincita, in questo gioco, è negativa. Visto che il montepremi corrisponde al 60% delle entrate, ciò significa che per ogni euro giocato si perdono 40 centesimi. E più si gioca, più si perde. Naturalmente chi vuole giocarsi qualche colonnina tanto per cullare un sogno, o anche solo per divertimento, non fa nulla di male, però basta essere consapevoli di quanto siano irrisorie le probabilità di vincita".
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SE CONOSCI ACCANITI GIOCATORI D'AZZARDO, SE HAI UN'AMICA/O CHE SI È ROVINATA/O PER DARE I SOLDI A UN PARENTE CHE GIOCA, SE TU STESSO HAI UN PARENTE CHE GIOCA, SE TU GIOCHI, E PER CIASCUNA DI QUESTE SITUAZIONI CERCHI UN FRENO, CHIAMACI.
800 39 40 88
Lun/Ven
dalle 9 alle 13
e dalle 14 alle 18
personale competente e qualificato può aiutarti a arginare la situazione e indirizzarti verso il percorso migliore per il tuo caso.
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UNA NUOVA GENERAZIONE A RISCHIO SPARIZIONE

Dopo le stagioni degli anni Ottanta, eccoci di nuovo alle prese con una delle sostanze più temibili in termini di dipendenza.
Torna l'eroina e torna di gran carriera e il fenomeno riguarda adulti tra i trenta e i quarant’anni, ancor più dei giovani.
Rispetto alle stagioni già vissute, questa volta non è così evidente visivamente, ma il fenomeno è dilagante, come testimoniato da questo articolo del Corriere, che riporta intercettazioni e sopralluoghi delle forze dell'ordine nei boschi controllati dalle bande armate dello spaccio.
L’eroina dà molta dipendenza e l’astinenza è molto dolorosa. Distrugge in breve tempo il sistema immunitario e come ogni tossicodipendenza altera la qualità di vita del dipendente e di chiunque gli viva attorno.
Chiama
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Il nostro numero verde è a tua disposizione
da lunedì a venerdì
dalle 9 alle 13
dalle 14 alle 18
ti risponderanno persone specializzate in dipendenze, che da subito potranno indicarti la via migliore per iniziare un percorso per uscire dal problema.
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HO UN AMICO CHE DICE DI VOLER SMETTERE EPPURE CONTINUA, PERCHÉ?

Siamo certi che tu o una persona a te vicina vi siate trovati almeno una volta in questa condizione.

Avere a che fare con una persona che ammette il problema, che si dichiara pronta a fare fuoco e fiamme per smetterla e liberarsi dalla propria dipendenza, che sia da sostanza illegale (cocaina, eroina, marijuana ad es.) o legale (alcol, psicofarmaci, gioco d'azzardo ecc.), è una situazione molto difficile.

Chi non ha dipendenze non non riesce a comprendere quanto queste possano influenzare e minare il libero arbitrio di chi ne soffre. Esistono ragioni chimiche e fisiologiche per cui per un dipendente fare a meno della sostanza da cui dipende, è molto dura, senza un supporto esterne.

Tutte le sostanze che danno dipendenza liberano grandi quantità di dopamina, il neurotrasmettitore definito la sostanza del piacere, in zone fondamentali del nostro cervello, attivando il cosiddetto meccanismo di ricompensa e motivando le persone a ricercare sempre più spesso la sostanza responsabile di quella particolare sensazione di piacere.

Di conseguenza, abusare di queste sostanze porta alla sospensione della realtà da parte di chi ne è dipendente: tutto quel che accade nella vita "normale" diventa insoddisfacente, noioso, privo di interesse.

La persona dipendente ha bisogno di queste grandi dosi di dopamina che la facciano evadere dal mondo reale, fino al punto di continuare a dipenderne unicamente per far fronte al disagio che le crea vivere senza abusarne.

Una condizione simile è ingestibile da soli, serve un aiuto esterno, solido e competente.

Chiama

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Il nostro numero verde è a tua disposizione
da lunedì a venerdì
dalle 9 alle 13
dalle 14 alle 18

ti risponderanno persone qualificate in grado di fornirti un primo sostegno e indicarti il percorso migliore per il tuo caso, che si tratti di un problema di droga o di gioco, di alcol o di dipendenza da videogiochi.

Chiamaci,
puoi intervenire da subito

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DIPENDENZE: CHIEDI UN SOSTEGNO PER USCIRNE

- La cocaina non è vera energia

- L’alcol non è vero coraggio

- Giocare d’azzardo non è un vero investimento

- I social non sono la vera società

Di drammaticamente vero c’è solo la dipendenza che queste cose possono portarti.

Non aspettate, chiamaci al numero verde

800 39 40 88

LUN/ VEN DALLE 9 alle 13 E DALLE 14 alle 18

Un team di esperti aspetta la tua chiamata per fornirti sostegno e darti le prime indicazioni per uscirne.

Puoi farlo per te, per tuo fratello, per un tuo amico, per i tuoi genitori, per tua suocera.

Non aspettare, chiamaci già domani

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COME É CAMBIATO IL GIOCO D’AZZARDO

A pensare al gioco d'azzardo, cosa ti viene in mente?

Un casinò affollato di persone che si aggirano fra i tavoli da gioco sorseggiando cocktail mentre decidono dove è meglio fare le proprie puntate?

Oppure un tavolo da poker? Delle Roulette?

O le ricevitorie del lotto, le sale scommesse o sale slot? O l'ippodromo? Il cinodromo?

Beh sì, in parte.

Ma forse faresti meglio a guardarti bene in tasca, o nell'apparecchio da cui ci stai leggendo.

Il telefono, il pc, il gioco on line.

Dopo il primo lockdown nella primavera del 2020, con la maggior parte dei luoghi fisici dedicati al gioco d’azzardo chiusi al pubblico per ovvi motivi sanitari, è stato più che naturale per molti utenti cercare altrove. Per la precisione su Internet.

Il cambiamento era già in atto, ma viste le cause di forza maggiore i siti che offrivano un’ampia varietà di slot online, partite a poker e tanto altro ogni giorno sono praticamente esplosi e si sono diffusi a macchia d’olio.

Poter giocare sempre, da smartphone e tablet, ha fatto crescere sempre più il numero di giocatori, oltre a quelli che hanno potuto ricominciare a tentare la fortuna. I nuovi e giunti lì magari per noia o per curiosità, hanno cominciato a fare le prime puntate.

Alcuni giocatori d’azzardo hanno approfittato della situazione per tentare di recuperare un po’ di quella tanto agognata socialità. In che maniera? Chi si collegava ai casinò che utilizzavano una tecnologia VR (ovvero i visori per la realtà virtuale) potevano avere l’impressione di essere seduti al tavolo verde assieme agli altri utenti e al croupier.

Un rischio non da poco, oltre all'ovvio svilupparsi di ludopatie, è rappresentato anche e soprattutto dai siti, e dalle app, ben poco onesti e fin troppo truffaldini che hanno ingannato parecchi utenti ingenui ripulendoli del conto in banca e dei propri dati personali.

Se conosci qualcuno che soffre di questa patologia, se hai iniziato a giocare in pandemia e non sai come smettere, se vuoi aiutare un tuo caro o un familiare, chiama il numero verde

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NEONATA LASCIATA IN AUTO DAI GENITORI CHE LITIGANO: È POSITIVA ALLA COCAINA

Riportiamo il testo integrale dell'articolo di Repubblica, cronaca di Roma, che riguarda la bambina di due mesi lasciata in auto dai genitori.
La sfortunata vicenda ci ricorda che l'uso di cocaina sia in gravidanza che in allattamento ha conseguenze gravissime sul bambino, che spesso nasce con una tossicodipendenza che necessiterà di un'apposita terapia di disintossicazione.
Nel caso in cui la neomamma non smettesse di assumere sostanze neppure nel periodo dell'allattamento, è ovviamente più sano e sicuro un allattamento artificiale, ma l'intera situazione richiede costante controllo medico sul bambino.
In questo caso, alla situazione grave della piccola si somma l'incuria dei genitori che continuano a litigare sebbene siano già stati richiamati da una passante che li ha invitati a togliere la bimba dall'auto e portarla in un bar. Sarà la stessa passante a chiamare le forze dell'ordine.
Sarebbe bello quel passante fosse ciascuno di noi, rappresentasse tutti coloro che non vogliono distogliere lo sguardo ma sentono il dovere di aiutare chi non riesce neppure a capire in che momento della propria vita si trovi e quanto sia ingiusto che un innocente debba pagare.
Se conosci neo mamme con dipendenze,
se sei una mamma con una dipendenza,
se semplicemente sai che un tuo amico ha una dipendenza
o se la hai tu per primo,
Chiama il nostro numero verde
800.39.40.88
Dal lunedì al venerdì
dalle ore 9,00 alle 13,00
e
dalle ore 14,00 alle 18,00
Anonimo e gratuito
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QUANDO LA DIPENDENZA SI AGGIUNGE A UN DISTURBO PSICHICO

Giacomo Seydou Sy, nipote dell'attore Kim Rossi Stuart, si sarebbe avvicinato a un passeggero a bordo del tram 14 e lo avrebbe aggredito. Il 28enne è stato arrestato e si trova in custodia nel carcere di Regina Coeli.
La notizia di per sé è cronaca e potrebbe non coinvolgere affatto il problema delle dipendenze ma è invece proprio la madre, Loretta Rossi Stuart, a parlarne apertamente, come problematica parallela al disturbo bipolare:
"È ancora fragile rispetto alla dipendenza da sostanze, riesce ad allontanarsi dalla struttura e, avendo fatto uso, compie atti illeciti in stato di squilibrio mentale (è un paziente a doppia diagnosi soggetto a deliri e psicosi innescati dall' uso di stupefacenti); viene arrestato, il giorno dopo è condotto dalla polizia penitenziaria al pronto soccorso del Santo Spirito, con evidenti segni di autolesionismo, ed è attualmente in un reparto di Regina Coeli dove, in tale stato psicotico, è esposto ed espone gli altri a situazioni di conflittualità difficilmente controllabili. Avrei pensato visti i pregressi, che sarebbe stato urgentemente ricondotto nel luogo di cura a cui era affidato. La domanda ora è: chi sarà responsabile di ciò che può succedere all'interno del carcere?".
Una situazione complessa e da delegare agli esperti. Persone con doppia diagnosi vanno aiutate quanto prima, intervenire tempestivamente sul comportamento patologico del dipendente, può arginare molti danni.
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