Storie di dipendenza dall’alcol

𝙎𝙚 𝙥𝙧𝙚𝙣𝙙𝙞 𝙞𝙣 𝙢𝙖𝙣𝙤 𝙡𝙖 𝙩𝙪𝙖 𝙙𝙚𝙗𝙤𝙡𝙚𝙯𝙯𝙖, 𝙨𝙚 𝙙𝙚𝙘𝙞𝙙𝙞 𝙙𝙞 𝙖𝙛𝙛𝙧𝙤𝙣𝙩𝙖𝙧𝙡𝙖 𝙚 𝙧𝙚𝙣𝙙𝙚𝙧𝙡𝙖 𝙪𝙣 𝙤𝙜𝙜𝙚𝙩𝙩𝙤 𝙫𝙞𝙨𝙞𝙗𝙞𝙡𝙚, 𝙙𝙞𝙘𝙞𝙗𝙞𝙡𝙚, 𝙨𝙪𝙥𝙚𝙧𝙖𝙗𝙞𝙡𝙚, è 𝙖𝙡𝙡𝙤𝙧𝙖 𝙘𝙝𝙚 𝙡𝙖 𝙙𝙞𝙥𝙚𝙣𝙙𝙚𝙣𝙯𝙖 𝙥𝙪𝙤𝙞 𝙨𝙥𝙚𝙧𝙖𝙧𝙚 𝙙𝙞 𝙨𝙘𝙖𝙧𝙙𝙞𝙣𝙖𝙧𝙡𝙖 𝙥𝙚𝙧 𝙙𝙖𝙫𝙫𝙚𝙧𝙤

(La scrittrice Lisa Ginzburg parla delle dipendenze e di ciascuno di noi - dalla Gazzetta del Mezzogiorno di sabato 4 Giugno)

Giorni fa mi è successo di ascoltare un alcolista anonimo raccontare la sua storia. Accadeva nell’ambito di un progetto pilota di cui faccio parte, un Laboratorio condotto durante l’ultimo anno sul tema delle dipendenze con un gruppo di ragazzi di un Liceo alle porte di Roma, coordinato dalla ASL e cui ho avuto l’onore di partecipare in qualità di scrittrice e consulente letterario. Così, insieme a ragazze e ragazzi sedicenni e diciassettenni ho ascoltato il racconto di un uomo reduce da più di trent’anni di schiavitù dall’alcol.

Qualcuno che ha trovato la forza non soltanto di sottrarsi a una dinamica di dipendenza coercitiva: anche, quella di raccontare in pubblico il suo itinerario, gli antefatti, l’aumentare dell’attaccamento al bere, l’apice della dipendenza, la fase più disastrosa per sé e per gli altri, il lungo, lunghissimo cammino per affrancarsi da quella pericolosissima schiavitù.

C’era un gran silenzio mentre stavamo ad ascoltarlo, l’uomo aveva occhi profondi e buii, occhi che si capiva hanno guardato e penetrato abissi di distruttività, rimorsi, e vissuto tanta, tantissima solitudine.

[…]

L’alcolista anonimo ascoltato l’altro giorno trasmetteva quel qualcosa di molto speciale che è la forza della vulnerabilità. Se prendi in mano la tua debolezza, se decidi di affrontarla e renderla un oggetto visibile, dicibile, superabile, è allora che la dipendenza puoi sperare di scardinarla per davvero.

Questa la grande lezione che quell’uomo ci ha dato l’altro giorno. Una lezione di affrancamento e di libertà. Per giorni ho ricordato i suoi occhi buii, la forza assertiva della sua debolezza, il coraggio del suo mettersi in gioco. Volgendo lo sguardo a una dimensione più ampia, mi sono chiesta quanti di noi sono impigliati in reti di dipendenza e non se ne accorgono.

Quanti di noi credono di guardare le cose in modo limpido, pensandosi liberi, e quanti invece pur di restare a galla si tuffano di più ancora nelle loro impalpabili, pervasive dipendenze.

Cammini di autonomia sono così necessari: così giusto cercarli, batterne di nuovi e percorrerli sino alla fine. Cominciare a riflettere sulle nostre dipendenze è un primo passo verso una realtà meno contratta, costretta, coercitiva.

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Tracce di cocaina nel sangue di una neonata di 5 mesi. I medici riscontrano la positività

L'uso di qualsiasi sostanza passa al neonato sia attraverso la placenta sia nella fase di allattamento.
Situazioni limite come questa sono sintomo di un problema non affrontato per tempo.
Rivolgersi a chi può offrire supporto è importante a qualsiasi fase della vita, a maggior ragione in un momento delicato come quello della gravidanza.
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Maltrattamenti, cocaina nel sangue, emorragia cerebrale: orrore sulla neonata:

“Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino” l’esempio da non emulare

“Dopo che lei andò al lavoro mi guardai allo specchio. Per la prima volta vidi i miei occhi mentre stavo a rota. C'erano solo le pupille. Completamente nere e ottuse. Veramente completamente inespressivi.”
Christiane Felscherinow, piu nota come Christiane F., nel libro "Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino" resta una delle eroinomani più famose al mondo, diventata una sorta di esempio da non emulare.
Adesso ha 57 anni e ancora molte complicazioni di salute per via dell’epatite C contratta negli anni ’80 nel periodo peggiore della sua tossicodipendenza.
La sua drammatica storia è ben raccontata nel libro che ha scritto a soli 16 anni eppure le ombre e le situazioni che l’hanno condotta a quel punto sono emerse solo successivamente, da donna adulta.
Sondare quel terreno dimenticato e accettare in primis la propria dipendenza, significa anche accettare di mettersi in discussione e provare a fare il primo passo, che può essere una semplice telefonata. Una telefonata che in quegli anni era impossibile poter fare, un servizio importante che supporta il dipendente e la sua famiglia come il numero verde, non era pensabile.
Una chiamata al numero verde può metterti in contatto con persone in grado di sostenerti e guidarti verso un percorso corretto e sicuro per uscire dal problema, che si tratti di te o di un tuo caro.
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L’alcolismo di Kit Harington

Rose Leslie e Kit Harington, ma forse li conosci più come Ygritte e Jon Snow, stanno attraversando un periodo duro e lei non fa niente per nasconderlo.
Si sono conosciuti sul set, poi sposati, ora sono genitori.
"Essendo un tossicodipendente, è molto importante che si riconosca come tale", dice chiaramente Leslie.
I due si incontrano e hanno una storia dopo che Snow valica la Barriera, ma anche i loro interpreti si sono innamorati al di fuori del set. Dopo il matrimonio, il loro primo figlio nasce poco più di un anno fa, ma la coppia deve ancora combattere con costanza la dipendenza da alcolici di lui.
Lui stesso tempo fa ne parlò apertamente:
“Ho passato alcune cose piuttosto orribili. Le cose che mi sono successe dalla fine di Thrones, e che stavano accadendo durante Thrones, erano di natura piuttosto traumatica e includevano l'alcol”.
In una lunga intervista con Harper's Bazaar UK in uscita a Giugno, non risparmia il marito e usa parole molto dure:
“Per Kit, essendo un tossicodipendente, è molto importante che si riconosca come tale. La comunità di Alcolisti Anonimi gli ha fornito uno spazio così amorevole per sentirsi ascoltato, per assicurargli che non era solo. Ma se non fosse per la riabilitazione, in questo momento si troverebbe in uno spazio mentale molto diverso".
L’alcol è la sostanza legale più sottovalutata da tutti e anche quella che miete più vittime e come leggi qui, la dipendenza non si sviluppa solo per persone con traumi o situazioni sociali difficili, può colpire davvero chiunque.
Non aspettare sia troppo tardi, cerca subito supporto!
Al numero verde C.E.A.R.T. risponde solo personale qualificato specializzato in dipendenze, abituato a trattare argomenti così delicati.
Il numero verde C.E.A.R.T.
è 800.39.40.88
Risponde dal lunedì al venerdì
dalle ore 9,00 alle 13,00 e dalle 14,00 alle 18,00.
Il servizio è anonimo e gratuito.
Quanto prima chiamerai, tanto prima avrai un quadro più ampio e preciso dei passi da seguire per aiutare o essere aiutato.
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Optimizing large-scale gambling prevention with adolescents through the development and evaluation of a training course for health professionals: The case of PRIZE

CEART è lieta di condividere una pubblicazione presentata da Maria Anna Donati, Jessica Boncompagni, Giuseppe Iraci Sareri, Sonia Ridolfi, Adriana Iozzi, Valentina Cocci, Alfiero Arena, Caterina Primi - nell'ambito del progetto PRIZE

Abstract

In the field of adolescent gambling prevention, there is a lack of intervention studies reporting and assessing training courses for the intervention providers. The present work fills this gap by realizing a dissemination study inside the PRIZE program aimed at modifying a set of cognitive protective factors and affective risk factors. The purpose of this work was twofold: To develop and evaluate a training course with the intervention providers (Study 1), and to assess the short- and long-term effects of the intervention itself (Study 2). The training course was delivered to 44 health professionals (32 females, Mage = 39.34 years). Results showed a significant increase of correct knowledge about gambling and a significant reduction of their susceptibility to probabilistic reasoning biases. Participants also actually learnt the main competencies to conduct the educational activities, they were satisfied for the training course received, and they felt high levels of self-efficacy. The intervention was implemented with 1894 high school students (61% males; Mage = 15.68 years). In the short term, we found a significant increase of adolescents’ correct gambling knowledge, random events knowledge, and probabilistic reasoning ability, and a significant decrease of superstitious thinking, monetary positive outcome expectation, and gambling-related erroneous thoughts and fallacious behavioral choices. In the long-term, a significant decrease of gambling frequency, gambling versatility, and gambling problem severity was obtained. Overall, this work highlights the importance to train prevention program providers in order to optimize the effectiveness of large-scale gambling intervention programs towards adolescents

Leggi l'articolo completo qui
https://journals.plos.org/plosone/article?id=10.1371/journal.pone.0266825

Qui il PDF scaricabile
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Trova il coraggio di fare il primo passo

Nessuno di noi ha cominciato a camminare da un giorno all’altro.

Allo stesso modo, non si esce dalla dipendenza con la bacchetta magica o in un secondo e hop, ecco la vita di prima.

È un percorso, ma come ogni percorso la cosa più difficile è trovare il coraggio di iniziarlo, di fare il primo passo.

Se hai un problema di dipendenza o se un tuo caro ha un problema di dipendenza - da sostanze come alcol, cocaina, eroina o comportamentale come dipendenza dal gioco d’azzardo, da internet, dallo shopping, dal sesso - chiamarci può essere quel primo passo.

Che come ci insegna il saggio Jodorowsky, certamente ti toglie da dove sei.

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Indagine su “Adolescenti e pandemia, così è cresciuta la richiesta di sostegno”

L'indagine rivela inoltre come il turbamento psicologico prodotto dalla pandemia abbia incrementato anche i comportamenti a rischio, come testimonia il 69% degli psicologi.
Il ricorso a droghe e gioco d'azzardo, così come quello all'alcool e al fumo, si rivela pericolosamente in crescita.
Qui l'articolo completo di firenze.repubblica.it ▶️ Adolescenti e pandemia, così è cresciuta la richiesta di sostegno
Se anche per te o per un tuo familiare
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Il nostro numero verde è gratuito e anonimo.
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Troverai personale specializzato in grandi di fornirti un primo supporto nell’emergenza o una consulenza per una dipendenza già radicata.
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Come curare le dipendenze?

Abbiamo notato che a troppe persone non è chiaro che tipo di aiuto possiamo fornire noi del Numero verde CEART, eccoci quindi a ribadire l’importanza di curare le dipendenze, di qualsiasi tipo esse siano.

La persona dipendente si crede autosufficiente, crede spesso di poter gestire la situazione che sta vivendo e difficilmente realizza quanto sia invece gestita dalla situazione.

Non aspettare che le cose peggiorino, non aspettare l’evento clamoroso che rende le cose irrecuperabili.

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Gianluca Grignani e la dipendenza da sostanze

Qualche sera fa Gianluca Grignani ha voluto raccontare, in pochi minuti, il suo calvario di dipendenza.
Riportiamo qui la sua testimonianza, tanto importante quanto difficile da seguire, la racconta velocemente, con la rincorsa, come potesse mettere distanza tra quel momento e chi è lui attualmente.
Chissà se anche a lui diranno "hai sbagliato pusher", come tanti spiritosi fanno su altre testimonianze.
La cosa che è emerge benissimo però è la solitudine del dipendente, quell'abisso in cui sprofondi anche con tutta la famiglia attorno
Per vedere il video clicca qui https://fb.watch/cWcIfs4Pew/
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𝐋’𝐔𝐍𝐈𝐂𝐀 𝐏𝐄𝐑𝐒𝐎𝐍𝐀 𝐃𝐈 𝐂𝐔𝐈 𝐇𝐎 𝐀𝐁𝐔𝐒𝐀𝐓𝐎 𝐈𝐍 𝐕𝐈𝐓𝐀 𝐌𝐈𝐀 𝐒𝐎𝐍𝐎 𝐈𝐎

La causa da 50 milioni di dollari intentata da Johnny Depp contro l'ex moglie Amber Heard è passata a 100, per via della contro denuncia di quest'ultima.

Se nel 2014 Depp parlava di sé stesso come di un uomo nuovo, dedito alla famiglia (due figli dalla prima moglie Vanessa Paradis ndr) e al massimo amante del vino, il ritratto che esce da questo processo intentato per diffamazione - che ha poi generato il collasso della sua carriera - è quello di un alcolista con più dipendenze.

La foto che riportiamo è una prova messa al vaglio della corte fornita dalla signora Heard, in bella mostra tre strisce di cocaina, whisky e persino una scatola di pillole con le cifre del nome del marito, Property of JD.

Che Johnny Depp sia o meno un uomo che esercita violenza domestica, starà alla corte stabilirlo. Certo è che un simile quadro di dipendenza da sostanze, alcol in testa, non rende la vita facile a chi vuole dimostrarne l'innocenza.

Perché la mancanza del senso di limite nell'abuso di droga o alcol fa pensare che si possa scavalcare qualsiasi valore etico o morale.

Quello su cui vogliamo mettere l'accento oggi è la credibilità del soggetto dipendente. Al momento in cui si accertano l'uso di alcol, cocaina, oppiacei di vario genere, marijuana, diventa difficile difendere il dipendente da qualsiasi accusa: infatti l'alcol, con la sua funzione di detonatore di libido, rende il soggetto potenzialmente fuori controllo, lo si considera capace di tutto.

La dipendenza da sostanze oltre che inaffidabili e imprevedibili, rende socialmente vittime di pregiudizio tutti coloro che ne fanno uso, spesso a ragion veduta.

«[L’unica persona che ha avuto] problemi con il mio vizio del bere nella mia vita sono stato io», ha spiegato Depp, «L’unica persona di cui ho abusato in vita mia sono io».

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