Come il videogioco online può innescare la dipendenza da gioco d’azzardo

Tra i giochi online possiamo fare una distinzione basilare: ci sono i free-to-play, gratuiti solo all’inizio (o fino a un determinato livello, nei quali per sbloccare tutte le funzionalità è necessario effettuare una serie di pagamenti), e i Pay-to-win.
Sono chiaramente questi ultimi a creare più problemi all'utente e a generare in lui un possibile desiderio di gioco che segue le regole delle dipendenze da gioco più classiche.

I Pay-to-win sono giochi in cui l’acquisto in-app non è un’ipotesi ma è un’operazione necessaria, senza la quale non sarebbe possibile giocare.

Comprare o non comprare un item può davvero fare la differenza per la vittoria. Si tratta di superpoteri di vario tipo che vengono per lo più acquistati in modalità loot-box.

Cos'è il loot-box?
Ogni volta vi troviate ad acquistare on line un pacchetto che potrebbe contenere qualunque cosa, dal vantaggio significativo o di poco valore o completamente inutile.

La realtà è che state effettivamente spendendo il vostro denaro per niente, o per poco o per una soluzione. Ma è l'alea contenuta nel gioco a essere pericolosa, il rischio di perdere come di vincere. Di certo chi ha programmato il gioco vince sempre, chi lo gioca quasi mai e anzi può sviluppare una dipendenza vera e propria.

Il gamer ogni volta scommette che quella sia la volta buona, che il loot-box contenga un bonus significativo, ma la scommessa non è mai gratuita. Questo sistema trasforma i pay-to-win (e i free-to-play che implementano la modalità gacha) in giochi simili all’azzardo, ma con bollino verde, per minorenni.

La sensazione è simile a quella fornita dalle droghe: è per questo che l’utente sarà incentivato a ripetere ancora e ancora il gesto. livello in una situazione in cui chi gioca, grazie ai bonus acquistati, finalmente prova una sensazione di agio e rilassatezza, un sollievo alla tensione e più c’è tensione, più il suo sfogo è piacevole.

Rinforzare questo comportamento, sulla lunga distanza può essere molto pericoloso per il giocatore,
motivo per cui già Germania e Belgio hanno messo al bando il loot-box, vietandone l'impiego nei videogiochi.

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Cos’è il game disorder

La dipendenza da videogiochi, o game disorder, è stata recentemente classificata come patologia dall’Organizzazione Mondiale della Salute, venendo inserita nella nuova edizione dell’International Classification of Desease (ICD-11), all’interno del capitolo sulle patologie mentali.
Perciò dallo scorso gennaio, mese in cui è ufficialmente entrata in vigore la "nuova edizione" della classificazione delle malattie, i medici potranno ufficialmente diagnosticare il game disorder.

Negli anni, le modalità di gioco online sono andate snellendosi via via sempre di più, e se all'alba dell'era dei videogame un gioco costava moltissimo ed era difficile reperirlo, adesso grazie al processo di materializzazione dei supporti si acquista di tutto online per pochi euro.
Di per sé questo fatto non dovrebbe essere un problema, ma anzi un vantaggio. La controindicazione gravissima di questa facilità di accesso al gaming è un mancato controllo di quanto davvero si spende giocando.

I videogiochi on line si distinguono in i free-to-play, giochi il cui accesso è gratuito solo all’inizio (o comunque per una sezione limitata di essi, nei quali comunque per sbloccare tutte le funzionalità è necessario effettuare una serie di pagamenti), e videogiochi pay-to-win.

Ma delle differenze tra i due e di come uno dei due possa innescare il meccanismo della dipendenza dal gioco d'azzardo, ne parleremo nel prossimo articolo.

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I falsi miti sull’alcol

Quante volte hai sentito dire:
- Bevi un goccetto che ti dà coraggio!
- Hai sete? Prendi una birra ghiacciata!
- Allatti? Allora una birra puoi bertela, fa latte!
- Una bella grappa per digerire?
Beh, sono tutti ottimi esempi di quanti falsi miti popolano il mondo dell'alcol.

L'alcol, come abbiamo già detto, è una sostanza molto rischiosa per la salute e molto sottovalutata perché accettata socialmente e consumata con disinvoltura. Inizialmente l’alcol viene assunto per sentirsi più sciolti e disinibiti nelle relazioni sociali oppure per sentirsi più leggeri e lasciar andare quei brutti pensieri che affollano la mente. Con il passare del tempo, tuttavia, le conseguenze possono essere anche molto gravi e ad esempio - le difficoltà relazionali che all’inizio sembravano risolversi, con l’alcol diventano sempre più compromesse, perché l’alcol in realtà acuisce le difficoltà che inizialmente sembrava poter risolvere.

A causa della dipendenza da alcol possono verificarsi assenteismo dal lavoro, incidenti sul luogo di lavoro e anche basso rendimento lavorativo. I sintomi dell’alcol e della sua dipendenza inoltre sono spesso associati ad un aumento significativo del rischio di incidenti, violenza e - nei casi peggiori - suicidio.

Per scoprire tutti i falsi miti sull'alcol, visita la nostra pagina Facebook cliccando sul link sottostante

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Hangover alcolico: cos’è

Con il termine hangover si identificano tutti i postumi e i malesseri caratterizzati da una costellazione di effetti spiacevoli, sia fisici che mentali, che si verificano dopo un'intossicazione alcolica.
Dopo alcune ore dall'ultima bevuta, iniziano a manifestarsi questi sintomi, esattamente quando inizia a diminuire la concentrazione di alcol nel sangue (detta BAC, dall’inglese “blood alcohol concentration”).
Quando questo livello arriva a zero, i sintomi dell'hangover raggiungono il picco e possono durare altre 24 ore da quel momento.
In sintesi: l'hangover dà sintomi molto simili a quelli che si verificano durante una lieve astinenza da alcol.
L'hangover stesso è di fatto una mini crisi d’astinenza da alcol.
L’etanolo incrementa il rilascio di dopamina (neurotrasmettitore coinvolto nei circuiti della gratificazione) e genera nell'organismo un forte bisogno di alcol, non appena ne cala la concentrazione nel sangue.
Eccone i sintomi più classici, in ordine di fastidio e frequenza:
- mal di testa
- nausea (che può sfociare nel vomito)
- mal di stomaco (frequentemente bruciore di stomaco)
- spossatezza (ossia la stanchezza fisica e mentale)
- gonfiore a livello addominale
- malessere generale e diffuso (anche chiamato malessere aspecifico)
Si stima che nel 12% circa dei casi di hangover, insorga anche un disturbo chiamato hangxiety, dovuto alla riduzione della dopamina, che ha un ruolo fondamentale nella gestione dell’ansia, per cui chi ha bevuto troppo può anche trascorrere le ore successive alla sbornia in uno stato di forte stress psichico.
Non ci sono modi di trattare l'hangover, farmaci o formule magiche. La sola cosa da fare è aspettare che passi il tempo affinché l'organismo recuperi, idratarsi molto e riposare.
La migliore prevenzione resta non bere e ricordare sempre che per quanto l'alcol goda di uno status diverso dalle altre sostanze, essendo legale e socialmente accettato, comunque le conseguenze di una dipendenza da alcol possono diventare fatali e stravolgere la vita di chi beve e dei suoi amici e familiari.
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Dipendenza patologica: cosa succede nel cervello

Come abbiamo già detto, la dipendenza patologica è a tutti gli effetti una malattia, con delle conseguenze neurobiologiche, vere e proprie alterazioni sul cervello del dipendente.
Nell'illustrazione si distinguono:
- Il sistema mesolimbico (in marrone) governa gli istinti primari, fondamentali e ci mantiene in vita, ed è del tutto fuori dalla nostra volontà
- La corteccia prefrontale (in blu), dedita al controllo comportamentale ed emotivo, alla pianificazione di decisioni e scelte, che permette di posporre i nostri bisogni quando questi non sono realizzabili nell’immediato. In questa area sono presenti numerosi neuroni sensibili alla dopamina.
Nella dipendenza patologica vi è una dominanza funzionale del sistema mesolimbico rispetto al prefrontale.
In pratica è come se questi due elementi dello stesso sistema, la corteccia prefrontale e il mesolimbico, fossero in costante scontro.
La fragilità del sistema prefrontale rispetto al mesolimbico, rappresenta una pericolosa situazione di dominanza funzionale, perchè aumenta la propensione alla gratificazioni immediate e quindi all’impulsività.
Per superare una dipendenza, non è sufficiente la sola consapevolezza, serve l'aiuto di professionisti adeguatamente formati.
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Vizio vs Dipendenza

Con il termine VIZIO (e il suo opposto VIRTÙ) si tocca l'area etica e morale dell'uomo, è un termine che comporta un giudizio di colpa.
Per la DIPENDENZA PATOLOGICA, per quanto si possa comunque esprimere un giudizio morale soggettivo, parliamo di non poter fare a meno di un qualcosa - sostanza, comportamento, ecc. - per raggiungere il piacere, o soggettivamente percepito come tale.
Maturare la consapevolezza di avere un problema è un passo fondamentale verso il recupero, chiaramente non sufficiente ma necessario.
Essere supportati è importante, sapere di avere personale qualificato a portata di cornetta, altrettanto.
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La sindrome di Hikikomori

La sindrome di Hikikomori, termine coniato in Giappone per indicare una forma di reclusione volontaria a casa propria, è legata ai progressi nelle tecnologie digitali e di comunicazione, che offrendo alternative all’interazione sociale di persona aumentano la diffusione del disturbo, rendendolo un problema sociale e globale ancora più rilevante.
Sempre più giovani scelgono di isolarsi dal mondo: in Italia si stimano almeno tra i 120 e i 150 mila casi. Al 70%, sono maschi tra i 11 e i 30 anni. Ragazzi.
La dipendenza da internet è la causa soprattutto nei ragazzi tra gli 11 e i 16 anni. Un fenomeno che sta pericolosamente prendendo piede in Italia, dove 240mila ragazzini e adolescenti passano in media più di 3 ore al giorno davanti al pc.i I ragazzi affetti da questa sindrome sono costantemente davanti al monitor, dal momento in cui escono da scuola fino a sera tarda, per un totale di 10-12 ore giornaliere.
Trovi somiglianze con il comportamento di persone che conosci?
Ecco gli aspetti chiave per individuare i casi di Hikikomori:
a) marcato isolamento sociale nella propria casa;
b) durata di isolamento sociale continuo di almeno 6 mesi;
c) significativa compromissione funzionale o disagio associato all’isolamento sociale
Molti sono soddisfatti del loro ritiro sociale, soprattutto nella prima fase del disturbo, perché gli permette di non sperimentare vissuti dolorosi al di fuori di casa propria.
Con il tempo, si inizia a percepire il disagio del ritiro sociale e il morso della solitudine.
È una condizione specifica, complessa da identificare e che può portare ad altre patologie. Normalmente gli hikikomori non pensano di avere un problema, ritengono invece che la società sia il problema, per cui decidono di estraniarsi.
I genitori sono i primi ad avere bisogno di supporto.
Non sempre serve una sostanza per dichiarare una dipendenza, come in questo caso.
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Il Gaming Disorder, riconosciuto dall’OMS come malattia mentale

L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha inserito il gaming disorder nell’ultima revisione dell’International Classification of Diseases (Icd-11).
Pertanto, la dipendenza da videogiochi è riconosciuta come malattia mentale (se dura da almeno 12 mesi; tuttavia, nei casi più gravi, possono esserci delle eccezioni).
Come puoi capire se tuo figlio soffre di questa dipendenza?
Dal Dipartimento per la salute mentale dell’Oms, Vladimir Poznyak ha precisato che i criteri a cui fare riferimento per riconoscere la dipendenza da videogiochi sono essenzialmente tre:
- una serie di comportamenti persistenti o ricorrenti che prendono il sopravvento sugli altri interessi della vita;
- l'incapacità di controllare questi comportamenti anche quando si manifestano conseguenze negative;
- il fatto che questi atteggiamenti portano a problemi nella vita personale, familiare e sociale, con impatti anche fisici, dai disturbi del sonno ai problemi alimentari.
I sintomi della dipendenza da videogioco possono essere diversi: ansia, depressione, crisi epilettiche, disturbi del sonno, stress, cefalea.
Ricorda che NUMERO VERDE DIPENDENZE si occupa di dipendenza ad ampio spettro e include anche le nuove dipendenze, come il gaming disorder.
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La sindrome feto-alcolica

La sindrome feto-alcolica è considerata la più grave conseguenza del consumo di alcol in gravidanza.
All'etanolo, infatti, è attribuito un effetto teratogeno, dunque capace di influenzare lo sviluppo embrionale e fetale.
L'alcol è in grado di attraversare la barriera placentare, quindi arriva al feto dopo pochi minuti, mantenendo una concentrazione ematica di poco inferiore a quella della madre. Il feto, essendo privo di enzimi adatti a metabolizzare l'alcol, subisce gli effetti dannosi dell'etanolo e dei suoi m.
La sindrome feto-alcolica è irreversibile, ma può essere evitata con l'assoluta astensione dagli alcolici durante la gravidanza
Il Disturbo dello Spettro Fetale Alcolico (FASD) comprende una serie di manifestazioni cliniche che possono comparire in soggetti che sono stati esposti all'alcol durante la gestazione della madre. Queste manifestazioni possono includere danni fisici, quali basso peso alla nascita, malformazioni, deficit mentali e comportamentali con variabile espressività e con conseguenze a lungo termine. Il FASD comporta uno spettro di diverse disabilità, con danni primari e danni secondari. Tra i danni primari vengono compresi le alterazioni mentali, quali: danni cognitivi con difficoltà di apprendimento, memoria, difficoltà di linguaggio e comprensione, incapacità di giudizio, compulsività e conseguente disadattamento in ambito sociale. Questi disturbi compaiono generalmente durante l'infanzia o adolescenza e spesso non vengono identificati come conseguenza dell'esposizione all'alcol.
Come danni secondari vengono considerati quelli che compaiono nel corso della vita, quali: problemi scolastici, problemi familiari, disoccupazione, comportamenti sessuali alterati, dipendenza da sostanze psicoattive, problemi giudiziari, aumentata morbilità e mortalità. La possibilità che il nascituro possa avere dei danni, e l'entità di essi, è in relazione alla quantità di alcol consumata, al tipo di consumo materno, al periodo della gravidanza e all'interazione con altri fattori di rischio (uso di tabacco, droghe, stile di vita, fattori genetici ecc.). Il FASD non è definibile come diagnosi, ma piuttosto un termine dove possono rientrare diverse categorie diagnostiche usate negli anni per indicare i vari danni legati all'esposizione prenatale all'alcol.
Ricorda:
sebbene la società lo demonizzi meno delle altre sostanze, anche l'alcol può portare alla dipendenza e distruggere completamente la tua vita, senza quasi tu te ne accorga.
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Firenze, overdose di eroina muore donna di 44 anni

Il nostro post sull’eroina in bottiglia che si vendeva in farmacia fino a inizio Novecento ha ricevuto alcuni commenti inquietanti quanto irresponsabili.
Potete leggerlo qui >> https://www.ceart.it/2021/12/05/storia-delle-sostanze-stupefacenti-capitolo-1-leroina/ e sulla nostra pagina Facebook.
Di seguito un articolo odierno, non degli anni Settanta, che dimostra che di eroina si muore ancora oggi.
https://firenze.repubblica.it/cronaca/2022/01/05/news/firenze_overdose_eroina_donna_morta-332719487/amp/?fbclid=IwAR0iNR-6nAPUWo3CpeEAwuQOkxVmedLUDLqyRT5M1gd6WB36P7RO3_LJCuM
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